L'archivio, depositato per volontà della famiglia nel 1986, è costituito esclusivamente da materiale epistolare, si tratta di circa 1800 missive inviate da circa 400 mittenti. Il materiale è stato riordinato è stato compilato un indice in cui sono indicati: nominativo dei corrispondenti, il numero delle lettere e il periodo a cui esse risalgono. Sono presenti inoltre due appendici: la prima è composta dalle lettere inviate alla moglie del D'Ovidio, Maria Bertolini; nella seconda vi sono lettere inviate da vari personaggi a destinatari sconosciuti o comunque diversi dal D'Ovidio. Sono presenti inoltre alcune lettere dello stesso D'Ovidio ed la minuta di un suo articolo.
Nacque a Campobasso nel 1849, compì gli studi superiori a Napoli dove si appassionò agli studi classici. Nel 1866 vinse il concorso di ammissione alla Scuola. La sua formazione fu profondamente influenzata da Alessandro D'Ancona e Domenico Comporetti. Si dedicò agli studi filologici e glottologici. In questo campo il D'Ovidio portò infatti a termine nel 1870 la sua tesi di laurea ("Sull'origine dell'unica forma flessionale del nome italiano", Pisa, 1872) e quella di perfezionamento "Sul trattato De vulgari eloquentia" (1874).
Iniziò la carriera d’insegnante di latino e grego prima a Bologna e successivamente a Milano, nel 1875 passò all’insegnamento universitario a Napoli dedicandosi all’insegnamento di storia comparata delle lingue e letterature neolatine, ruolo che mantenne fino alla morte, affiancato dall'insegnamento, nella stessa università, di grammatica greca e latina che tenne per molti anni, al quale seguì quello di letteratura dantesca e per due anni anche di letteratura italiana. Fin dal periodo universitario sono chiaramenti presenti gli ambiti di interesse glottologico, filologico linguistico e prorpriamente critico su cui distribuì gli studi che proseguì con costanza e prolificità per tutta la sua vita accademica.
Ricoprì numerosi incarichi di responsabilità e prestigio, fu membro del Consiglio Superiore dell'Istruzione pubblica, socio del Circolo filologico di Napoli, di cui divenne anche presidente, dell'Accademia dei Lincei, della quale fu vicepresidente della classe di scienze morali (1905-16) e successivamente presidente. Inoltre fu membro della Società reale di Napoli e dell'Accademia della Crusca. Nel 1905 fu nominato senatore, a distanza di pochi mesi dall'analoga nomina conferita al fratello Enrico, insigne matematico.
Fondo precedente: Dini Ulisse (Pisa, 14 novembre 1845 – Pisa, 28 ottobre 1918)
Fondo successiva: Mario Fubini (Torino, 18 marzo 1900 – Torino, 29 giugno 1977)
24 luglio 2023
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